Dal 10 maggio 2025  aperto nello storico palazzo di Ca’ Tron, Roma è una cometa, un progetto collettivo di Umberto Vattani con Cristiana Collu, Giuseppe D’Acunto, Giampaolo Nuvolati e María Margarita Segarra Lagunes che partecipa alla 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2025: “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva.”, a cura di Carlo Ratti.

Quel genio di cultura che è l’Ambasciatore Umberto Vattani  è riuscito a campionare una mostra di altissimo livello, visitabile fino al 23 novembre 2025. Roma è una cometa è un progetto immersivo e visionario che esplora la trasformazione urbana e culturale di Roma, partendo da un nuovo punto di osservazione.

 Intanto occorre sapere da cosa nasce il titolo “Roma è una Cometa”.  Ne do subito notizia. La figura della Coda della Cometa richiama un’immagine proposta alla metà degli anni Trenta da Gustavo Giovannoni e poi sviluppata da Marcello Piacentini come struttura della Variante Generale del 1942 (mai approvata a causa della guerra). Dopo la decisione di realizzare il quartiere dell’Esposizione (l’E42, oggi EUR) nel quadrante meridionale della città, si decise infatti di avviare l’espansione di Roma in direzione del mare, modificando per questo le previsioni del Piano Regolatore del 1931: un disegno che è stato in misura solo parziale recepito dal PRG del 1962, ma che negli anni successivi si è realizzato di fatto anche attraverso processi “spontanei”, in maniera cioè solo in parte dipendente dalla redazione di Piani urbanistici. È sufficiente un rapido sguardo su Google Earth per rendersene conto. Oggi Roma ha dunque la forma di una cometa con una lunga coda proiettata verso il mare e attestata su Ostia, sull’aeroporto Leonardo da Vinci e su Fiumicino; questa coda racchiude un territorio che possiede peculiarità particolari e specifiche potenzialità che meritano grande attenzione perché è destinato a costituire il principale asse di sviluppo della città nella competizione urbana mondiale: comprende infatti l’hub internazionale dell’Aeroporto di Fiumicino e il sistema portuale Ostia/Fiumicino/Civitavecchia, accessi a Roma dalle rotte di navigazione aerea e marina. È inciso da un forte fascio infrastrutturale della mobilità e da importanti infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti e il controllo dell’assetto idrologico e su di esso si sono insediate in un continuo crescendo funzioni di scala metropolitana. È una parte della città largamente pervasa dal fenomeno dello sprawl, ma conserva parchi e riserve naturali, aree agricole estese e importantissime per l’equilibrio ecologico della città. È infine un territorio che, nonostante la presenza di un rilevante patrimonio archeologico e storico architettonico (le città di Portus e di Ostia Antica, innanzitutto), porta impressi in sé i segni della modernità legati agli interventi di bonifica degli anni Ottanta del XIX secolo e degli anni Venti e Trenta del XX. E’ qui che si gioca una parte importante del futuro di Roma (Carlo Franza). Senza dimenticare la storia: “La cometa cade su Roma nel 248, durante la celebrazione del millenario della fondazione di Roma; lo sfaldamento del potere centrale porta l’impero, già nel periodo dell’anarchia militare, nella crisi più profonda della sua storia”.

Non si parte dal Colosseo né da San Pietro: questo progetto apre lo sguardo su un’altra Roma, dove il Palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Esteri dal 1960, diventa simbolo di un cambiamento epocale. Trasferito da Palazzo Chigi in un’area al di là del Tevere, quella del Foro Italico pensata da sempre per lo sport, il Ministero degli Esteri avvia una nuova vocazione culturale. 28 anni fa, su impulso dell’allora segretario generale Umberto Vattani nasce, prima del MAXXI, prima dell’Auditorium, la Collezione Farnesina che trasforma il Ministero in una vetrina dell’arte italiana contemporanea. Senza dimenticare che nel 2018 per festeggiare i Vent’anni della Collezione Farnesina,  il Prof. Carlo Franza già Assistente Ordinario del Prof. Giulio Carlo Argan  e poi Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea (Università La Sapienza -Roma) e l’Ambasciatore Umberto Vattani hanno varato un progetto di mostre dal titolo “Mondi”    e successivamente il Progetto “Storie”  al Circolo Esteri della Farnesina.  

Nel giro di pochi mesi arrivano oltre 250 sculture e grandi tele accuratamente selezionate, ottenute in prestito gratuito, non essendoci fondi né la volontà di ricorrere a comodati onerosi. Una nuova mappa visiva del panorama artistico del Novecento che occupa gli spazi aperti e le sale del palazzo. e ha il sopravvento sulle linee architettoniche. Dal Futurismo all’Arte Povera, dall’Astrattismo alla Transavanguardia, fino alle sperimentazioni più recenti. La Collezione suscita curiosità nei media, attira studenti, professionisti, critici d’arte, tanto da convincere il Ministero ad aprirla al pubblico.

Poi la visione si allarga: dall’arte all’architettura.
Osservando il territorio intorno al Ministero, si nota come gli edifici vicini appartengano tutti alla prima metà del secolo. Ma basta attraversare il Tevere per trovarsi in una Roma diversa: quella delle Olimpiadi del 1960, con opere come il Palazzetto dello Sport, l’Auditorium, lo Stadio Flaminio, il MAXXI e il futuro Museo della Scienza. Architetture che sottolineano il passaggio alla seconda metà del secolo, fino ai nostri giorni. Il Palazzo della Farnesina, progettato da Enrico Del Debbio rappresenta una cerniera temporale tra le due metà del dall’altro, lo slancio ricostruttivo della Repubblica. È l’unico edificio che tiene insieme passato e futuro, memoria e progetto.

Allora perché non ricucire l’architettura delle due sponde dell’ansa del Tevere, così come è avvenuto con l’arte nella Collezione Farnesina, per ricomporre una narrazione unitaria?

Nasce così l’idea di dare un nuovo nome a questa area per ricucire le fratture del Novecento, riunificare le architetture le funzioni e i simboli – Foro Italico, Farnesina, Palazzetto dello sport, Stadio Flaminio, Villaggio Olimpico, MAXXI, Auditorium, Moschea, Ponte della Musica e futuro Museo della Scienza – e sottolinearne la vocazione: il Distretto del Contemporaneo.

Roma è una cometa compie un terzo passo: il Distretto diventa la nuova soglia, l’ingresso monumentale non solo della Roma antica ma anche della Roma di oggi: verde, sportiva, colta, internazionale. Da questa “testa cometa”, si apre un itinerario lungo la Via Flaminia che tocca Piazza Augusto Imperatore, la nuova Passeggiata archeologica, il quartiere della Piramide, l’EUR e temina a Ostia, delineando la scia di una forma urbis contemporanea, dal Novecento a oggi.

Dal progetto del Distretto, attivo da oltre sei anni, si estende una visione complessiva  di Roma come città contemporanea, capace di rispondere alle sfide del sovraffollamento, della sostenibilità, dell’inclusione. Roma è una cometa invita a riscoprire Roma nella sua dimensione fluida, dinamica, collettiva. La mostra ricongiunge le presenze del contemporaneo, fino a Ostia, Roma sul Mediterraneo.

Scrive Umberto Vattani:Questo progetto apre lo sguardo su un’altra Roma. “Roma è una cometa” rovescia la visione consueta sulla città. Non parte dalla Roma antica, dai confini delle mura Aureliane o dalle mappe marmoree di Settimio Severo. Parte da una Roma altra, in movimento. Da un quadrante urbano Il Distretto del Contemporaneo dove il Tevere si apre come un parco fluviale, abitato, vivoRiemerge una verità dimenticata: Roma è nata sul Tevere. E grazie al suo fiume è, da sempre, anche città marittima. Le guide tradizionali iniziano dalle rovine. Questo taccuino propone una narrazione diversa soffermandosi su tutte le presenze della contemporaneità: una nuova forma Urbis che apre al futuro”.

L’installazione. Roma è una Cometa propone un’esperienza immersiva che trasforma lo spazio espositivo in una rappresentazione avvolgente della Città Eterna, esplorata nella sua dimensione contemporanea urbana e simbolica. Un’installazione collettiva che rovescia lo sguardo tradizionale sulla città, con l’obiettivo di raccontare una Roma viva, inquieta, sorprendente. Allestita presso Ca’ Tron, sede storica dell’Università Iuav di Venezia, la mostra si sviluppa all’interno di una sala dal soffitto voltato, elemento architettonico che diventa fulcro dell’installazione. Un controsoffitto sospeso accoglie una rappresentazione di una vista notturna di Roma, evocando la città come una costellazione luminosa. L’installazione site-specific ospitata nello storico palazzo cinquecentesco affacciato sul Canal Grande, presenta a terra una grande mappa/pavimento firmata da Laura Canali che descrive il tracciato della cometa; sulle pareti, sei schermi proiettano immagini video accompagnate da una voce narrante in italiano e in inglese; sul soffitto, una proiezione completa l’esperienza visiva. Inoltre, è stato realizzato un blocco a strappo che riproduce la Forma Urbis della Roma contemporanea, dal Novecento a oggi, offrendo ai visitatori uno strumento visivo immediato per comprendere l’evoluzione della città.

Il progetto è promosso dalla Venice International University – VIU, Università Iuav di Venezia, Università degli Studi Roma Tre. Distretto del Contemporaneo, DOCOMOMO Italia, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Ministero della Cultura – Direzione Generale Creatività Contemporanea; Ministero dell’Università e della Ricerca; Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare; Ministero del Turismo; Accademia di Belle Arti di Roma; Accademia di San Luca; Fondazione Querini Stampalia; MAXXI; Accademia dei Lincei; Pontificia Università Gregoriana; Pontificia Università della Santa Croce; Società Geografica Italiana; Istituto Nazionale di Astrofisica; Comune di Roma Capitale; Regione Lazio.

Carlo Franza

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